Nella sequenza di foto si possono apprezzare dei suggestivi dipinti ad olio realizzati con una innovativa e particolarissima tecnica mista:
pittura ad olio con pigmenti puri, essenza di petrolio, olio di papavero e medium fiammingo su tavola di mdf, preparata con vernice smalto nera o bianca e successivamente ricoperta di vernice diamantata da carrozzeria automobilistica.
Come è nostra consuetudine, la ricerca pittorica diventa un costruttivo connubio, un’affascinante osmosi fra le potenzialità della tradizione e la sperimentazione di prodotti e materiali innovativi, di ultima generazione e che spesso vengono usati in ambiti completamente diversi da quelli della pittura.
CENNI STORICI SUL MEDIUM FIAMMINGO
Omicidi, rapine, ricatti, violenze ed altro. Il segreto dei fiamminghi ovvero il medium fiammingo utilizzato al tempo per dipingere, ha tormentato la vita e le notti di tanti pittori del ‘600 e del ‘700, nell’intento di comprenderne la composizione, le dosi e le modalità di sfruttamento. Una sorta d’oro liquido dai poteri pittorici incredibili, un medium misterioso che per tanti artisti dell’epoca significava la sopravvivenza, il cibo, la vita.
La fortuna del gigante d’Anversa Rubens Pieter Pauwel e della sua potente azienda artistica fiamminga era legata al perfezionamento del suo medium, ed alla capacità di sfruttarlo. Poi improvvisamente il nulla, il vuoto la sottovalutazione delle potenzialità del composto, peggio la perdita non casuale delle dosi e la conseguente impossibilità a sfruttarne le caratteristiche. La fabbrica artistica di Rubens era organizzata come una moderna azienda, dotata di reparti perfettamente organizzati, dall’approvvigionamento delle materie all’organizzazione della produzione con un pool di artisti professionisti d’alto livello, sino all’organizzazione di vendita con tanto di sala campionaria. Perdere la “formula magica” ovvero il componente principale del prodotto della fabbrica era ed è inconcepibile, come se le grande multinazionale Coca Cola dovesse perdere la formula della celebre bevanda, assurdo, oggi ma allora?
Per capire il problema bisogna calarsi nelle logiche delle vecchie botteghe artigiane, non solo legate alle attività artistiche, qualsiasi ricetta costituiva know how, e lo sfruttamento era fonte di reddito, di ricchezza e a volte di sopravvivenza ma nello specifico anche di notorietà, fama e potere. Le ricette erano custodite gelosamente dal titolare il quale non le comunicava neppure ai propri collaboratori.
Tale medium, funziona solo con un determinato equilibrio. Esso è composto da olio di noce invecchiato al sole 2 stagioni estive (senza sbalzi di temperatura) e successivamente leggermente ispessito, mastice di chios ad alta concentrazione, essenza di petrolio ed essenza di trementina rettificate e fuse a caldo. Davvero complicato e difficile dunque trovare l’equilibrio stabile fra elementi chimici e giusta temperatura.
Per meglio comprendere la potenza del composto basti sapere che con esso si riesce ad eseguire in pochi giorni dipinti ad olio perfettamente finiti, completi di tutte le velature e senza verniciature finali successive. Per chi sa dipingere, quanto espresso sembra un’assurdità, ma grazie a queste caratteristiche per un artista i tempi di consegna delle opere ad olio sono rapidi, quasi come se fossero eseguiti con un legante acrilico. Provate ad immaginare il caos commerciale scatenato secoli fa dai pittori fiamminghi che utilizzavano questi medium.
(Tratto da un testo di Carlo Vighi).
(Nelle foto sotto: studi sulla natura morta e sugli animali, utilizzando la tecnica della pittura ad olio su tavola diamantata, realizzati da alcuni allievi Next in omaggio alle opere di noti fotografi contemporanei e artisti di vari periodi storici)